OT

27/11
edit:
nella vetrina mediatica le notizie durano pochi giorni ed anche all'alluvione in  Sardegna è toccata la stessa sorte. Chiaramente i problemi non sono finiti. Chi vorrà potrà prendere contatto con le associazioni attive sul territorio per rendersi disponibile ad aiutare sul campo oppure inviare un aiuto economico.
nella pagina di sardegna.blogosfere.it trovate tutti i link per dare una mano.

 

L’hat bidu in su sonnu, pioende
pioende, pioende, pioende
in intro che in fora pioende,
pioende, pioende, pioende.

L’hat bidu in su sonnu su muru
crebadu cun s’abba falende,
sos lampos lantzadas lampende
sas nues pioende, pioende.

S’ischidat iffusta, tremende,
chirchende sa lughe in s’iscuru
e bidet sa lugh' 'e su muru
crebadu cun s’abba falende.

Su chelu est pioende, pioende,
sos lampos dan lughe a su logu
rendende su logu unu lagu
de prantu su chelu implorende.

Sas boghes intendet sa notte
de mamas e fizos pianghende,
rispondet tronende sa notte,
su chelu est pioende, pioende.

Alluvione, Predu Mura.



Per la prima volta questo blog sceglie di non parlare di biciclette, di escursionismo e di tutti i suoi soliti temi per commentare l'attualità.
Tante volte, purtroppo, dal 2008 a oggi ho assistito all'abbattersi di disastri naturali ma mai mi sono fermato a commentarli. Ho sempre preferito esprimere privatamente la mia solidarietà a chi era stato colpito, lasciando a questo spazio un velo di ironia e giocosità.

Oggi no.
Oggi non ho nessuno a cui esprimere la mia solidarietà se non il mio vicino di casa o il mio popolo.
Oggi non scriverò di ciclismo, scriverò di rabbia, scriverò con rabbia.

Rabbia perché sento parole come fatalità, evento straordinario, evento che nessuno poteva prevedere.
Rabbia perché coloro che le pronunciano sono gli stessi che parlano di campi da golf, di fare ripartire l'economia con l'edilizia, di valorizzare il territorio.
Rabbia perché costoro sono gli stessi che maneggiano i soldi e giocano con il lavoro delle persone per i loro interessi.

Dietro questo lessico si nascondono consumo del territorio, degrado ambientale e distruzione culturale.
Si nasconde abusivismo edilizio, spopolamento e abbandono delle terre.
Si nascondono famiglie che non arrivano alla fine del mese, lavoratori stagionali precari con turni di dodici ore, lavoratori costretti a vendere il proprio lavoro a prezzi irrisori.

Ma il territorio ha un valore, non ha bisogno di cemento per acquistarlo.
Il territorio deve essere popolato perché deve essere controllato e manutenuto.
Il lavoro deve essere pagato perché le persone possano vivere ed essere autosufficienti e godere della propria terra.

Un popolo che accetta troppi compromessi è alla mercé dei potenti e della natura, sarà difficile asciugare velocemente le lacrime miste a fango ma è il momento di rimboccarsi le maniche e rialzarsi, è il momento di riconoscere i propri errori e far valere i propri diritti.

1 commento:

BC/BS/BROTHERS ha detto...

Solidarità al popolo sardo......