EL SANTO GRAVEL


Qualche trempo fa mentre mi trovavo alle pendici del Tongariro mi è arrivato un telegramma da Joanfran: dice Rozz che c'è una gravel in Veneto, va da Bassano del Grappa alla Basilica di Sant'Antonio A/R" e mi indica il sito di cicloazione. Penso di aver deciso immediatamente che sarei andato ma dopo aver letto nel regolamento - All’arrivo bisognerà Strombettare con un vero pseudocorno di Olifante - non potevo più tirarmi indietro: alpini, Sant'Antonio, olifanti, ghiaia soltanto uno sprovveduto sarebbe rimasto a casa. Dovevo solo trovare qualche compagno di ventura, così mi faccio prestare qualche piccione viaggiatore da Fano ed inizio la ricerca. Trovo la mia squadra per quest'occasione a Las Pezia. Ed è così che sabato pomeriggio dopo aver vendemmiato parto alla volta del Brenta dalla suddetta città ligure assieme a due lunghi figuri: Piero meglio conosciuto con lo pseudonimo di Capiero spietato moderatore di FF e Fabione detto la Iena del Magra. Arriviamo a Bassano e ci riuniamo con altri elementi poco raccomandabili,  il sabato sera va via liscio tra una pizza con tutto sopra e le figurative bestemmie di Tommybarno ci si diletta nell'antica e nobile arte della pretattica: chi ha le papille gustative infiammate, chi: ma no domani io faccio una scampagnata, chi mette a disposizione tracce sbagliate e così via. Dormiamo quattro o cinque ore, colazione abbondante e i più fortunati defecano.

Partenza alla francese.. Alessio, ci da lo stendardo che ci rende cavalieri de el Santo gravel. Partiamo, sono le 7:22. Il Plotone è formato dai lunghi di Las Pezia, Richard e Nekro di Brescia, mentre la squadra gigliata: Rozz, Paolo, Tommy e il Visconte non sono ancora usciti allo scoperto. Una volta in gara i ricordi si fanno subito annebbiati, io, che la sera prima ero tra quelli io domani faccio un bel giro sul Brenta che non ci son mai stato, battezzo la ruota di Fabione, mi sento bene e penso che posso provare a fare cento-centoventi chilometri a tutta se mi concentro al resto ci penserà Sant'Antonio. Il percorso di andata si adatta bene alle mie caratteristiche ci sono dei lunghi tratti di singltrack, ci distanziamo e ci godiamo il tracciato, a un tratto la strada si fa più larga e veloce, in questo frangente inglobiamo almeno quattro o cinque elementi di non ben precisata origine ed attitudine, Fabione va a giocare con uno di questi ma lo curo ad una cinquantina di metri tanto a Padova non manca molto e là dobbiamo fare un tratto urbano per raggiungere el Santo sicuramente ci ricompattiamo tutti insieme, penso. Ma il gruppo di forselocals si è smaterializzato proprio quando serviva, Nekro e Piero non li vedo da un po, Richard ha preso bene ad una svolta dove noi si è tirato dritto ed è sparito in un attimo. Com'è come non è, siamo io e la iena ci dirigiamo verso il centro di Padova e parte la musichina, in pieno trans agonistico riusciamo a trovare el Santo soltanto al terzo tentativo (maledette cupole semisferiche). Ritroviamo il Nekro. Foto comprovante il raggiungimento del checkpoint, visita di cinquantesei secondi alla basilica, cocacola, cornetto alla marmellata perchè vuoto non c'era, rabbocco borracce. Ci avviamo gagliardi verso la via del ritorno siamo ai meno circa 70 che sarà mai??? ed è proprio il pensiero impuro che materializza l'incubo di ogni ciclista il dirizzone-controvento, nello specifico trattasi dell'alzaia del canale Muson dei Sassi, il nome è tutto un programma, che va inseguito per quasi una trentina di chilometri. Fabio continua a dire bisogna gestirsi, andiamo giusti, abbiamo tirato troppo all'andata... (abbiamo???) ma poi allunga e più forte di lui, ad ogni modo lo vedo sempre massimo un centinaio di metri, poi le mie preghiere vengono ascoltate e mi viene in soccorso un ciclista tracagnotto con un jersey pieno di sponsor di quelli da stradista che piacciono tanto a captain Fano, pur nell'annebbiamento ricordo tra i main sponsors una ditta che produce pancali... che stile penso, mentre mi riporta sotto agli altri due. 
Una volta arrivati ad un centro abitato (forse Castelfranco) finalmente il canale ci molla e per festeggiare Nekro fora, mentre do una mano a riparare Fabione gioca il jolly, quando ripartiamo il tracciato si fa interessante, vario e divertente, mi sento rinato siamo ai meno trentaquattro e le parole di Alessio con la sua eRRe evanescente mi rimbombano nel cervello veRso la fine c'è un tRatto inedito, che a me è subito suonato come: stasera Ugo ti ho preparato una ricetta da me inventata e infatti gli ultimi venti non deludono partono con una via campestre, prima e dopo salitelle e discesette su ciottolato medio-grosso, un bel tunnel di rovi e vitalba penzolante dove poca luce penetra, un immancabile guado e una finta foratura, quello che mi ricordo. 
Si attraversa brevemente la periferia di Bassano, siamo al triangolo rosso ma c'è ancora il tempo di perdersi mentre a testa bassa ci avviamo verso l'arrivo per suonare il famigerato e meritato vero pseudocorno di Olifante. 
Centoquarantacinque chilometri sei ore e quarantotto minuti ventuno foto
Sono felice. Grazie amici!

2 commenti:

biking and passion ha detto...

Ciao.
Complimenti per la narrazione. Riconosco molto perchè ero uno dei due local con cui avete corso un pò. Io avevo una Nainer nera e il mio socio una Salsa Fargo azzurra.
Bella giornata, saluti a tutti e alla prossima.

GORI ha detto...

cioa te eri quello che giocavi con Fabione : )