MARGHERITA HACK


«Era mi pare il 1942, mi stavo allenando a Varese per il salto in lungo che era il mio sport, e mi portarono al velodromo. Volli provare, mi emozionavano quelle curve così inclinate, spingevo al massimo. A un certo punto pensai che era tardi, che dovevo tornare in pedana e smisi di pedalare. Ignoravo che le bici da pista non sono a ruota libera, i pedali continuarono a girare vorticosamente, fui sbalzata in alto sopra il sellino. Invece di rovinare a terra, ci ricascai a sedere sopra, ritrovando in qualche modo la posizione». 
Pausa

Una bella fortuna, non c’è che dire…


«Sì l’ho pensato anch’io al momento. Poi ci ho riflettuto e ho capito. È uno dei capisaldi della fisica: io facevo parte del sistema bicicletta e anche nell’istante in cui ero stata per aria continuavo a farne parte. Legata alla bici dalla forza centrifuga, partecipavo al suo moto anche nel breve istante in cui ero stata per aria. Dovevo per forza ricadere sul sellino».

1 commento:

JOANFRAN ha detto...

daltronde la fisica non è un'opinione, al massimo il pignone è fisica..

ciao Margherita/Alfonsina.

ps: clicca sulla foto(piccolo edit)..